Le prime attività di trasferimento culturale dall’Università di Siena agli istituti penitenziari del territorio risalgono agli anni Novanta e si sono poi consolidate e ufficializzate nei primi decenni del Duemila grazie ai delegati rettorali proff. Fabio Mugnaini e Gianluca Navone. A partire dal 2008 e continuativamente fino al termine del periodo preso in esame (dic. 2024), fatta salva l’interruzione motivata dall’epidemia Covid, si sono inoltre organizzati cicli annuali di seminari e laboratori presso l’Istituto di Pena di San Gimignano-Ranza, sotto il coordinamento del prof. Fo. Obiettivo primario di tutte le attività del caso di studio è stato l’avvicinamento dei detenuti al mondo della cultura e la promozione della didattica universitaria.
Tra le attività in oggetto si annoverano incontri di orientamento alla didattica universitaria (a cadenza annuale); incontri e dibattiti su temi di attualità; e soprattutto i seminari culturali di taglio umanistico svolti con cadenza quindicinale.
In questi incontri e seminari è intervenuto un oratore invitato, che ha affrontato con taglio divulgativo un tema culturale (di ambito letterario, filosofico, storico, relativo alle scienze sociali, ecc.) e, con l’aiuto di alcuni volontari, ha poi impostato un dibattito con i detenuti, che di volta in volta sono stati sollecitati all’approfondimento autonomo, mediante ulteriori letture e studio, del tema trattato. Nel caso dei docenti UniSi, tutti i temi sviluppati nei seminari sono scaturiti dalle attività di ricerca svolte nell’ambito del servizio universitario.
Al centro delle attività seminariali sta una concezione della cultura e dell’arte quali fondamenti della società e spazi per l’elaborazione dell’identità personale in rapporto con l’altro da sé. Arte e cultura si stagliano come punti di riferimento naturali per il recupero di chi, scontando una pena, si trova inevitabilmente collocato in una posizione emarginata della società.
Per i docenti e per gli studenti dei dipartimenti coinvolti i seminari sono stati l’occasione per trasmettere le conoscenze e le competenze normalmente in gioco nella didattica universitaria a un pubblico non accademico e per di più confinato in un settore sociale molto fragile e problematico. Infine, il coinvolgimento di volontari appartenenti al personale della scuola secondaria (molti dei quali formatisi a Siena e operanti nel territorio senese o toscano) ha offerto la possibilità di stabilire o rinforzare contatti tra l’Università e il mondo scolastico.
Per offrire sinteticamente un’idea della tipologia di interventi svolti, si riportano i titoli di alcuni incontri e seminari svolti nel periodo 2020-2024 (l’Allegato 1 contiene inoltre il calendario integrale dei 69 seminari svolti nel periodo di riferimento sotto il coordinamento del prof. Fo):
- Fabio Celli, L’ora d’arte (25.2.20);
- Elena Maria Eusebi, Marco Antonio: il principe sconfitto (14.10.21);
- Maria Rosa Tabellini, I passi di Dante. Il cammino di Dante fra luoghi geografici e passi della Divina Commedia (7.7.22);
- Io ero il milanese, spettacolo teatrale messo in scena presso il Carcere di San Gimignano e nella fortezza Medicea di Siena, scritto e interpretato da Mauro Pescio (30.9.23);
- Laura Barile, Il secondo Montale: qualche poesia da «Satura» (14.12.23);
- Introduzione alle Scienze Sociali, corso di orientamento universitario (5 incontri, 29.4-10.6.24);
- Corso di formazione su “Gestione dei conflitti e dialogo”, realizzato con la collaborazione e il patrocinio della Camera Civile degli Avvocati di Siena, con l’obiettivo di migliorare la convivenza all’interno del carcere (3 incontri, 28.6-1.7.24);
- Alessandro Fo, Le nuvole: versi e prose sul tema (2.5.24);
- Emmanuela Carbè, Carte d’autore: «Lessico famigliare» di Natalia Ginzburg (25.7.24);
- Fuori sede: il viaggio nel vissuto universitario, incontro tenuto durante la Bright Night tra due detenuti e la comunità universitaria.
Parallelamente a tutte queste attività, a partire dal 2014 è stato avviato un laboratorio di scrittura creativa, coordinato da Maria Rosa Tabellini (docente di lettere nelle scuole secondarie e già collaboratrice della cattedra di Letteratura italiana presso il DFCLAM). Dopo l’interruzione segnata dal Covid il laboratorio è stato ripreso e tenuto per un anno dal prof. Simone Giusti. Il laboratorio è stato rivolto ai detenuti in regime di Alta sicurezza. Nelle attività laboratoriali, che si sono poste l’obiettivo di aiutare i reclusi a esprimere settori della propria interiorità che non trovano facilmente manifestazione nell’ambiente carcerario, i detenuti sono stati sensibilizzati intorno alle tecniche della scrittura narrativa e poetica; quindi sono stati invitati allo svolgimento di esercizi mirati per affinare le abilità di scrittura e, infine, alla produzione di elaborati autonomi (racconti, romanzi e poesie).